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Tutto nasce da uno scambio di opinioni nel gruppo Gentle Team & Friends.

"Come riuscire a rendere felici, davvero felici, i nostri cani? Cosa vuol dire vivere con un cane felice?"

Nella vita lavorativa mi occupo di salute delle persone, e da sempre ho ben chiara nella testa la definizione di questo concetto, facendo riferimento a quanto fu stabilito alcuni decenni fa dalla Organizzazione Mondiale della Sanità a tal proposito: " stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di  malattia o di infermità. "(1948)
Così come nell'art. 32 della nostra Costituzione Italiana: " La salute è un fondamentale diritto dell'individuo. "
Cercando di applicare ciò in chiave cinofila, la mia risposta è stata il cercare di capire cosa non aveva reso felice il mio cane, e pensare ai tanti aspetti che invece avrebbero potuto farlo stare bene.
Primo su tutti il suo diritto di essere in salute, di non provare dolore.
Tre anni fa mentre ci giocavo assieme lanciandogli in aria una pallina, lui mi gridò la sua sofferenza immediata nel riprenderla.
Ricordo ancora quel suono intenso, acuto e disperato, e se tornassi in quel giardino riconoscerei esattamente il punto dove tutto è accaduto.
Dopo svariate visite specialistiche ed indagini diagnostiche, fui informata che si trattava di lussazione di rotula bilaterale di secondo livello.
Con il mio compagno la decisione quindi di accettare la proposta di intervento chirurgico fatta dall'ortopedico, nel dettaglio sottoporre Jethro ad intervento di solcoplastica e trasposizione di cresta tibiale.
Gli interventi sono stati eseguiti l'uno a distanza di 10 mesi dall'altro alla "modica" cifra di duemila euro.

cane zampa rotta intervento ortopedico

Una scelta dura da fare, per il grosso impegno economico, per gestire gli spazi in casa perché pensare alla sua completa immobilità non sarebbe stato semplice, per l'organizzazione mentale e non ultimo per il tempo che tutto questo mi avrebbe richiesto, compresa la riabilitazione post chirurgica.
Ricordo bene il suo stato emotivo prima degli interventi.
I suoi occhi mi dicevano che lui provava dolore, e l'episodio raccontato è stata la sua massima manifestazione dopo aver sopportato tanto.
La sua passione era ed è correre nei prati dietro a quella pallina. Come potergli negare questo?
La sua felicità era muoversi libero nello spazio e non essere relegato a saltare su di una mattonella in casa.

cane gioco con pallina e riporto

Questa è la nostra esperienza, ma ci sono cani che soffrono della sua stessa patologia e non vengono operati perché magari non interessati né a una pallina né a saltare, o semplicemente perché da parte dei proprietari è ritenuto uno stato di salute non così grave da richiedere un intervento.

Penso poi al suo benessere legato all'alimentazione.
Abbandono il cibo secco e rivolgendomi a un nutrizionista inizio una dieta casalinga cucinandogli gli alimenti, e il momento della pappa diventa per lui estasiante.
Jethro sa quando preparo il cibo per lui, viene sotto di me con posa statuaria, riconosce gli odori, quando mescolo il riso o taglio la carne. Sente sforchettare nella sua ciotola ed è pronto ad aspettare il suo momento con l'acquolina alla bocca.
Del resto per loro come per noi, anche l'occhio e il naso vogliono la loro parte!
Quando ha finito di mangiare è talmente contento che si struscia per tutta la lunghezza del divano, si rotola nel letto, con le zampe anteriori si pulisce i baffi, sta a minuti interi a pancia all'aria....tutto questo accompagnato da strani vocalizzi con toni diversi l'uno dall'altro. Sembra quasi che voglia dirmi: "Oooh... ora si che sono contento!"
Cose mai avvenute con la precedente alimentazione.

Ed è così che ho iniziato a pensare che anche il cibo contribuisse a renderlo felice, nonostante questo per me costi un maggior impegno, dato che non amo molto stare intorno ai fornelli!

Le mie riflessioni sono sugli stati emotivi che lui vive all'interno della casa, nella relazione con me.
Per tre anni interi della sua vita gli è stato negato di salire sul letto, ma un giorno ho deciso di cambiare strategia.
Lui si è sentito accolto, i suoi occhi brillavano di gioia ed erano interrogativi, quasi non capiva, la sua bocca rideva ed era sereno, tranquillo, contento, felice.
Da quel momento in poi lui può salire sul letto quando vuole, libero durante la notte di venire a sentire il mio respiro, di trovarsi un pertugio sotto la mia ascella cercandosi il calore che da sempre chiedeva.
Alle volte gli basta semplicemente sentire il mio contatto, e questo non può essere altro che felicità per ambedue. (Un "click" e ci si sveglia)

Altro fattore che contribuisce alla sua gioia è indubbiamente il gioco

Lui va nella sua cesta dei balocchi e senza che io gli chieda niente prende quello che gli pare (che si tratti di una pallina o di un gioco da contesa fa poca differenza), lo lascia ai miei piedi e vuole che giochiamo. Io lancio e lui riporta, io lancio e lui riporta, io contendo e lui tira, io contendo e lui tira mettendoci tutta la potenza che ha, riuscendo finalmente a sfilarmi via dalla mano una cordicella, un semplice straccio, una treccia, e scuotendola a più non posso...
Fino a quando si ritira nella sua cuccia col fiatone, stanco e soddisfatto, dichiarando così la fine dei giochi.
Questo accade tutti i giorni, in genere la sera quando io sono distrutta, per poi raccogliere e mettere a posto tutti i suoi "effetti personali" sparsi nel salotto, perché naturalmente non si accontenta di prenderne uno solo!
Ma sono ben felice anche io di fare tutto questo.
Sembra la descrizione di una semplice routine, ma questo è quanto a lui piace fare.

Allo stesso modo ho pensato alla nostra relazione quando siamo fuori dall'ambiente domestico: cosa lo rende felice?

Lui è contento di percorrere gli argini dei fiumi e dei laghi, adora fare i tuffi, e non importa che sia Gennaio o Agosto.
Ama inzaccherarsi ben bene in qualsiasi pozza che incontriamo.
Lo so, il risultato è non avere mai un cane pulito e con il pelo in ordine, ma chi se ne frega! Non era certo nelle nostre intenzioni partecipare a mostre di bellezza!

cane gioco con kong

La sua felicità è andare nei boschi e questo, purtroppo, a causa dei miei impegni non accade tutti i giorni. Sentire quegli odori, il fruscio delle foglie mosse dal vento, quella pace sublime...è al settimo cielo!

cane in passeggiata nel bosco

Jethro mi ha chiesto di renderlo felice non facendogli incontrare cani perché in queste situazioni si è spesso sentito insicuro, timoroso, aggressivo e mono strategico nell'approccio ed è così che io l'ho rispettato.

In sostanza abbiamo vissuto insieme una quotidianità solitaria, ma il duro lavoro delle classi GT ha portato grandi miglioramenti a entrambi:
A lui, che ha sviluppato qualche competenza in più rispetto alla sua adolescenza e adesso riesce ad avvicinarsi ad alcuni cani, si sente in grado di presentarsi a loro dicendo chi è, senza bisogno di esser così fragile.
A me, seppur con qualche difficoltà, ha insegnato quanto lui sarebbe felice se riuscissi a liberare ancor di più la mente durante le sue interazioni, staccandomi da certi schemi di estrema tutela ancora radicati dentro di me, quando le sue necessità adesso richiedono altro.

Un altro aspetto al quale ho pensato sono le decisioni che talvolta prendiamo per rendere il nostro cane felice. Può capitare infatti che per far stare bene lui dobbiamo rinunciare a qualcosa noi.

il cane felice

Per festeggiare questo ultimo dell'anno insieme, infatti, una coppia di miei amici aveva chiesto a un' educatrice di comprovata esperienza un suo parere sul fatto di invitarmi o meno a casa loro, che vivono con tre cani, e coi quali Jethro non è che si senta molto a proprio agio.
Nonostante lei conoscesse tutti i cani in questione, non ha esitato molto ad affermare che non ci sarebbero stati grossi problemi...
Il messaggio passato è stato: " ma sì, invitate comunque Marilena con il suo cane, sarà il male di dieci minuti di assestamento!"
Per me rendere felice il proprio cane significa conoscerlo meglio di ogni altra persona e valutare come starebbe  in un certo contesto, anche solo per "dieci minuti".
La mia scelta fu quindi di rinunciare a quell'invito, e di sicuro lui ancora oggi mi ringrazia.
Penso che se riuscissimo a vivere la nostra relazione guidata dalla loro percezione delle cose, non esisterebbe neanche più alcun quesito sulle scelte da fare in determinate situazioni.
Le esperienze vissute finora con Jethro mi hanno aiutato a capire i meccanismi che non lo hanno reso felice, ed è per questo che se un giorno lui mi farà scoprire altre cose che turberanno il suo stato d'animo io sarò lì, pronta ad ascoltarlo, per trovare dei rimedi che possano ovviare a queste sue sofferenze.
Nonostante le sue gioie, non nego di aver commesso in passato, se pur in buona fede, degli errori che a tratti stavano affievolendo la stabilità del nostro rapporto.
Ma posso dire di aver acquisito certi elementi utili a percepire nei suoi occhi il "la" per la strada giusta da percorrere, anche se a volte questo ha significato e significa fare un grosso lavoro su me stessa.

Non esiste per me gioia più grande che condividere con lui quel cammino e superare insieme certi ostacoli.

adozione in canile

Tutto quello di cui ho parlato ha alla base un comune denominatore: la fiducia.
La felicità non potrebbe esistere se negassi al mio amico peloso questo fattore fondamentale perché lui non avrebbe mai conosciuto, se non glielo avessi mai fatto provare, il significato di tradimento, di inganno.
Jethro l'ha riposta in me fin dalla prima volta che l'ho preso in braccio per portarlo a casa dopo averlo tolto alla sua mamma e ai fratellini, e io ho cercato di fare del mio meglio. E continuerò a farlo.

Felicità a tutti i cani, e fiducia.
Sempre.

Testo e fotografie di Marilena Scinardo, 4 Aprile 2016
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